andiamo con ordine...cercherò in maniera sintetica ed esaustiva (mica facile!) di parlarvi della storia di questo sport...
Il patrimonio marziale nipponico rischiava di essere dimenticato per sempre se un uomo non lo avesse rimesso in discussione. Egli si chiamava Jigoro Kano, nato il 18 ottobre 1863 a Mikage. Egli giunse a Tokyo nel 1870 per continuare la sua formazione scolastica in Istituti d’Istruzione. Delicato di salute era alto solo un metro e cinquanta e pesava 48 chili. A 16 anni decise di rafforzare il proprio corpo con la pratica della ginnastica e del baseball. Inoltre nelle liti tra studenti Kano veniva sempre battuto.
Ferito nel suo orgoglio di samurai nel 1877 si interessò alle arti marziali e, seppur disapprovato dai familiari, prese lezioni di Ju Jitsu alla Tenjin Shinyo-ryu con i maestri Iso e H. Fukuda dai quali apprese i segreti del randori e dei kata. Al tempo stesso fu guidato dal maestro I. Ihikubo della Kito-ryu che insegnava uno stile di Ju Jitsu del tutto diverso.
Inoltre il giovane Kano fece approfonditi studi su antichi testi di insegnamento (densho) di molte antiche scuole di Ju Jitsu. Nel 1882, ormai laureato, accettò l’impiego di insegnante alla Scuola dei Pari (Gakushuin). Nel frattempo aveva fatto le sue scelte fra i vari metodi di Ju Jitsu praticati fin dall’era Edo, e, con la collaborazione di soli nove amici-discepoli fondò la sua scuola: il Kodokan.
L’affermazione e la diffusione del judo non é così facile come sembra. Le scuole di ju jitsu esistenti si vedono minacciate dal nuovo metodo e fan di tutto per ostacolarne la crescita e minarne la credibilità. Le sfide sono all’ordine del giorno e i combattimenti assumono talvolta il tono di veri e propri duelli. Questo clima dura fino a quando l’ente della polizia di stato, dovendo dare in appalto la fornitura del servizio, bandisce un vera e propria gara. A tale incontro partecipano la scuola del Judo Kodokan di Jigoro Kano e la Fukuda Ryu di Hachinosuke Fukuda, scuola di jujitsu molto conosciuta ed affermata sul territorio. La posta in gioco é molto alta, il “vecchio” ju jitsu contro il “nuovo” judo e......vince il judo!(su 12 incontro ne vinse 9)... Il judo, al tempo della sfida, era già abituato a combattere secondo certe regole (randori,shiai) mentre il ju jitsu no, limitandosi principalmente alla esecuzione di esercizi puramente formali (kata). In pratica il judo vince perché é già quasi sport.
A questo punto il judo é ormai una realtà conosciuta la cui diffusione sul territorio giapponese aumenta sempre più. Ma a Jigoro Kano questo non basta, vuole salvare l’intero patrimonio delle antiche arti marziali e per farlo ha bisogno di tutte le scuole di ju jitsu rimaste. A tal fine Jigoro Kano riunisce, in una specie di assemblea costituente, i capiscuola delle diverse scuole di ju jitsu esistenti (Fukuda compreso) ed insieme si mettono al lavoro per trovare il modo di inserire e conservare le antiche esperienze nel nuovo metodo. Il risultato é da ricercarsi nei kata del judo, attraverso i quali é possibile “ripassare” le tecniche dell’antico ju jitsu e, soprattutto, i suoi principi (Attenzione! Su questo modello si imposteranno anche tutte le altre arti marziali giapponesi, karate, kendo, ecc.). Nel 1922 Jigoro Kano dichiara completata la formula del judo e con poche, ma incisive frasi, ne stigmatizza le finalità:
Il judo é collaborazione (jita kyoei) e corretto impiego delle risorse (seiryoku zen'yo).Il judo si attua attraverso Kata e Randori.
Il Kata é lo studio della "forma" in sé e dei "modelli" (classici e moderni) mentre ilRandori é la libera composizione. Il Kata é un esercizio preordinato in cui entrambe i contendenti conoscono il ruolo e le relative modalità interpretative. Il Randori é un combattimento libero, senza vinti e vincitori, il cui scopo é provare le tecniche dal vivo ricercandonene nuove interpretazioni. Con il Kata Jigoro Kano salva il passato e con il Randori si assicura il futuro.
Il nome, Judo Kodokan, significa: "Via dell’adattamento", "La vera via da seguire".
Jigoro Kano, grazie anche alle sue conoscenze politiche e diplomatiche (diventerà ministro dell’educazione), fa di tutto, e ci riesce, affinché il judo entri a far parte di tutta quanta la società giapponese (fino anche alla famiglia imperiale!). Viene creata un’istituzione, il Kodokan, con il precipuo scopo di promuovere e tutelare l’immagine del judo stesso. Nascono le prime gare, i campionati e con essi i primi miti sportivi e Jigoro Kano “spinge” per l’inserimento del judo nelle Olimpiadi (di cui fu membro del comitato internazionale per il Giappone).
Dopo moltissime vicissitudini Kano riuscì nell'opera forse più importante della sua vita: portare il Judo alle Olimpiadi di Tokyo (scelta che fu presa dal resto del comitato per rispetto dello stesso Kano). E proprio quando faceva ritorno dal suo viaggio dal Cairo, kano morì all'interno della nave che faceva ritorno a Tokyo il 4 Maggio 1938. Siamo alle soglie della seconda guerra mondiale ed anche il judo risente di questo clima che, più in generale, coinvolge tutta la cultura nipponica (le Olimpiadi furono sospese). Durante questa fase andranno distrutti o requisiti la maggior parte dei documenti riguardanti la storia del judo (flmati, immagini, libri, ecc.). Solo alcuni anni dopo potrà riprendere la propria attività, ma a condizione di proporsi esclusivamente come sport e senza più alcuna implicazione educativa. Questo Judo-sport é quello che si é diffuso in tutto il mondo e che é stato possibile conoscere e praticare. L’istituzione del Kodokan rinasce, diventando punto di riferimento per tutto il judo presente e futuro. Nel 1956 arrivano i primi campionati del mondo e nel 1964, a Tokio, il judo diventa sport olimpico, il resto é storia recente.
Oggi il judo é praticato in tutto il mondo da milioni di persone, ma bisogna purtroppo rilevare che questa sua diffusione ha visto crescere in modo smisurato l’aspetto agonistico sportivo a scapito degli aspetti socio educativi. Da alcuni anni si sono formati gruppi di appassionati che individualmente o sotto forma di associazioni ricercano e praticano il cosiddetto Judo Tradizionale, intendendo con ciò porre un'alternativa alla pratica corrente.
Di fatto oggi esistono due possibilità di praticare il Judo: come sport e come l’aveva pensato e voluto il suo fondatore Jigoro Kano. Ecco perché si parla di Judo Sportivo e Judo Tradizionale.
Il Judo sportivo é uno sport e basta, così come il nuoto, il ciclismo, il calcio e così via. Si pratica per vincere un combattimento o una gara. Il suo riferimento più importante é il “Regolamento di gara” e su di esso si imposta tutto l’allenamento.
Il Judo Tradizionale può anche essere uno sport, ma la cosa non é fondamentale. E‘ qualcosa di molto più vasto e, come abbiamo visto, ha differenti finalità, mira ad un benessere psicofisico dell’essere umano e ad un suo miglioramento globale.
Prendiamo ad esempio il combattimento. Nel Judo Sportivo l’orientamento in atto é quello di premiare la “quantità” delle azioni, cioé tra un atleta, che compie un’azione di valore 7, e un altro, che ne compie 3 di valore 3, dovrebbe vincere il secondo perché 3 x 3 = 9 che é maggiore di 7. Nel Judo Tradizionale é esattamente il contrario e viene premiata la “qualità” dell’azione e quindi, riferendoci all’esempio di prima, vincerebbe il primo atleta perché ha fatto l’azione migliore.
Il Judo Tradizionale cerca di realizzare il principio del “JU”, da cui il nome “JU - DO”: “Via per raggiungere il JU” dove “JU” sta per “Capacità di adattamento”.
Al Judo Sportivo non importa assolutamente niente del “DO” e del “JU” ed é proteso esclusivamente al raggiungimento del risultato agonistico - sportivo.
Ci auguriamo che il Judo Tradizionale trovi sempre più spazio nell’attività delle varie società judoistiche e che il lavoro ed il messaggio del suo fondatore trovino un’eco nel cuore e nelle menti di tutti i praticanti di judo.
Il judo é collaborazione (jita kyoei) e corretto impiego delle risorse (seiryoku zen'yo).Il judo si attua attraverso Kata e Randori.
Il Kata é lo studio della "forma" in sé e dei "modelli" (classici e moderni) mentre ilRandori é la libera composizione. Il Kata é un esercizio preordinato in cui entrambe i contendenti conoscono il ruolo e le relative modalità interpretative. Il Randori é un combattimento libero, senza vinti e vincitori, il cui scopo é provare le tecniche dal vivo ricercandonene nuove interpretazioni. Con il Kata Jigoro Kano salva il passato e con il Randori si assicura il futuro.
Il nome, Judo Kodokan, significa: "Via dell’adattamento", "La vera via da seguire".
Jigoro Kano, grazie anche alle sue conoscenze politiche e diplomatiche (diventerà ministro dell’educazione), fa di tutto, e ci riesce, affinché il judo entri a far parte di tutta quanta la società giapponese (fino anche alla famiglia imperiale!). Viene creata un’istituzione, il Kodokan, con il precipuo scopo di promuovere e tutelare l’immagine del judo stesso. Nascono le prime gare, i campionati e con essi i primi miti sportivi e Jigoro Kano “spinge” per l’inserimento del judo nelle Olimpiadi (di cui fu membro del comitato internazionale per il Giappone).
Dopo moltissime vicissitudini Kano riuscì nell'opera forse più importante della sua vita: portare il Judo alle Olimpiadi di Tokyo (scelta che fu presa dal resto del comitato per rispetto dello stesso Kano). E proprio quando faceva ritorno dal suo viaggio dal Cairo, kano morì all'interno della nave che faceva ritorno a Tokyo il 4 Maggio 1938. Siamo alle soglie della seconda guerra mondiale ed anche il judo risente di questo clima che, più in generale, coinvolge tutta la cultura nipponica (le Olimpiadi furono sospese). Durante questa fase andranno distrutti o requisiti la maggior parte dei documenti riguardanti la storia del judo (flmati, immagini, libri, ecc.). Solo alcuni anni dopo potrà riprendere la propria attività, ma a condizione di proporsi esclusivamente come sport e senza più alcuna implicazione educativa. Questo Judo-sport é quello che si é diffuso in tutto il mondo e che é stato possibile conoscere e praticare. L’istituzione del Kodokan rinasce, diventando punto di riferimento per tutto il judo presente e futuro. Nel 1956 arrivano i primi campionati del mondo e nel 1964, a Tokio, il judo diventa sport olimpico, il resto é storia recente.
Oggi il judo é praticato in tutto il mondo da milioni di persone, ma bisogna purtroppo rilevare che questa sua diffusione ha visto crescere in modo smisurato l’aspetto agonistico sportivo a scapito degli aspetti socio educativi. Da alcuni anni si sono formati gruppi di appassionati che individualmente o sotto forma di associazioni ricercano e praticano il cosiddetto Judo Tradizionale, intendendo con ciò porre un'alternativa alla pratica corrente.
Di fatto oggi esistono due possibilità di praticare il Judo: come sport e come l’aveva pensato e voluto il suo fondatore Jigoro Kano. Ecco perché si parla di Judo Sportivo e Judo Tradizionale.
Il Judo sportivo é uno sport e basta, così come il nuoto, il ciclismo, il calcio e così via. Si pratica per vincere un combattimento o una gara. Il suo riferimento più importante é il “Regolamento di gara” e su di esso si imposta tutto l’allenamento.
Il Judo Tradizionale può anche essere uno sport, ma la cosa non é fondamentale. E‘ qualcosa di molto più vasto e, come abbiamo visto, ha differenti finalità, mira ad un benessere psicofisico dell’essere umano e ad un suo miglioramento globale.
Prendiamo ad esempio il combattimento. Nel Judo Sportivo l’orientamento in atto é quello di premiare la “quantità” delle azioni, cioé tra un atleta, che compie un’azione di valore 7, e un altro, che ne compie 3 di valore 3, dovrebbe vincere il secondo perché 3 x 3 = 9 che é maggiore di 7. Nel Judo Tradizionale é esattamente il contrario e viene premiata la “qualità” dell’azione e quindi, riferendoci all’esempio di prima, vincerebbe il primo atleta perché ha fatto l’azione migliore.
Il Judo Tradizionale cerca di realizzare il principio del “JU”, da cui il nome “JU - DO”: “Via per raggiungere il JU” dove “JU” sta per “Capacità di adattamento”.
Al Judo Sportivo non importa assolutamente niente del “DO” e del “JU” ed é proteso esclusivamente al raggiungimento del risultato agonistico - sportivo.
Ci auguriamo che il Judo Tradizionale trovi sempre più spazio nell’attività delle varie società judoistiche e che il lavoro ed il messaggio del suo fondatore trovino un’eco nel cuore e nelle menti di tutti i praticanti di judo.
Fonti: www.jigorokano.it ; www.infojudo.com ; Il padre del Judo di Brian Watson.