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martedì 29 gennaio 2013

L’Oro di Scampia: redimere col judo



Queste sono le storie belle, sono le storie che fanno bene e fanno stare bene… complimenti al M° Maddaloni...

Arti marziali come strumento di educazione delle persone, come mezzo per imparare la coesistenza civile, per riscattare un quartiere, come quello di Scampia, troppo spesso preso ad esempio come il peggio di Napoli. E’ la sfida che giorno dopo giorno ha accettato la famiglia Maddaloni, a cominciare dal padre Giovanni, al figlio Pino, olimpionico (oro a Sydney nel 2000 e oggi tecnico della nazionale), agli altri componenti della famiglia, Laura, tredici volte campionessa d’Italia e moglie di Clemente Russo; Marco, due volte campione europeo; la piccola Serena, 7 anni, cintura marrone e Braiz, otto anni, originario della Costa d’Avorio e adottato da Maddaloni senior. E ora la meravigliosa storia dei Maddaloni diventa una fiction, dal titolo significativo: “L’Oro di Scampia”. E ad interpretare il capostipite Giovanni ci sarà un interprete che ha già dato prova di grandi capacità nel calarsi nei panni di personaggi della vita reale: Beppe Fiorello.

Pino Maddaloni, olimpionico di Judo, nome di punta della famiglia
che ha puntato sulle arti marziali come strumento di riscatto e crescita sociale
Una storia talmente bella da sembrare inventata e che ora si trasforma in fiction.
Beppe Fiorello, dopo aver vestito i panni di Domenico Modugno nella fiction che vedremo a metà febbraio su Rai Uno, è pronto per una nuova sfida. Presto sarà sul set di L’oro di Scampia, dove interpreterà Gianni Maddaloni, il padre del campione olimpico Pino. Beppe Fiorello ha avuto nelle scorse settimane l’occasione di incontrare il personaggio che dovrà impersonificare.
La miniserie in due puntate andrà in onda in autunno sulla rete ammiraglia Rai e Fiorello darà vita ad uno dei personaggi principali, un maestro di judo forte e coraggioso che nasce come atleta e si trasforma in allenatore riuscendo a portare il figlio alla conquista dell’oro alle Olimpiadi di Sidney 2000 e a strappare tanti ragazzi dalla strada, in uno dei quartieri più degradati della città, facendo in modo che si appassionino allo sport. Anche la fiction, insomma, ribadirà il concetto che lo sport è la prima politica sociale perché è insieme prevenzione e cura.
Ed emergono le contraddzioni dei bilanci comunali, dove si appostano 100milioni di euro per le politiche sociali e poco più di sette milioni di euro per lo sport. Somma assolutamente esigua che a Napoli viene totalmente assorbita dalla Stadio San Paolo.
Più di una palestra
Lo Star Judo Club di Scampia, fondato da Giovanni Maddaloni, non rappresenta solo una palestra dove i ragazzi si riuniscono per incanalare ed esprimere la propria forza nel modo giusto, ma anche un luogo di ritrovo dove chi ha perso la retta via può ritrovare il giusto sentiero. Chiunque lo voglia, è accettato da GiovanniMaddaloni, un uomo che ogni giorno insegna gratuitamente questo sport ai giovani ragazzi che si recano nella sua struttura. Per tanti anni la palestra ha rischiato di chiudere per mancanza di fondi, ma oggi è divenuta una struttura aperta a tutti i giovani ed anche dedicata ai minorenni del carcere di Nisida e ai diversamente abili. Non solo: nella palestra si insegna anche a combattere il bullismo e si allenano anche i neo agenti della Polizia Municipale
La fiction “L’oro di Scampia” prende ispirazione dal libro “La mia vita sportiva” scritto
dallo stesso Giovanni Maddaloni.
Tante difficoltà
Come racconta lo stesso Maddaloni, “L’intenzione è raccontare la storia di un riscatto sociale cercato e trovato nello sport: abbiamo anche un discorso aperto con l’associazione Don Peppino Diana, siamo attivi su tanti fronti, ma continuiamo a vivere tra alti e bassi. Nel 2010 dopo alcune scadenze non rispettate l’Eni ci tolse la luce e fummo costretti ad allenarci con le candele accese. Ci aiutò una donna americana che, venuta a conoscenza delle nostre disavventure, decise di pagare l’intero importo”. L’auspicio è che ora la fiction serva a ridestare l’interesse della collettività e a promuovere azioni concrete per sostenere iniziative di riscatto attraverso lo sport.
fonte: denaro.it

sabato 12 gennaio 2013

Italia, un “tatami” verso Rio 2016

Per molti sport l’anno in cui siamo da poco entrati, ovvero il 2013, è l’alba di nuovi progetti e nuove idee da sviluppare per poter condurre un quadriennio che porti gli atleti ad essere competitivi e vincenti alle prossime Olimpiadi di Rio del 2016.
Il judo italiano, però, sembra aver giocato d’anticipo e dopo la positivissima Olimpiade con ben otto atleti qualificati e la preziosa medaglia di bronzo conquistata da Rosalba Forciniti, in terra londinese, inizia a scoprire interessanti prospetti che in futuro potrebbero togliersi molte soddisfazioni e portare a casa riconoscimenti importanti nel ricordo di Ezio Gamba (oro a Mosca ’80 e argento a Los Angeles ’84), Pino Maddaloni e Ylenia Scapin (oro e bronzo a Sidney 2000).
Le occasioni di mettersi in mostra per le nuove leve sono arrivate prima nei Campionati Italiani Under 23 di Lignano Sabbiadoro (27-28/10),  poi nei Campionati Europei di categoria disputati nello scorso novembre a Praga.
I giovani judoka italiani hanno conseguito ottimi risultati nell’Europeo arrivando a centrare l’obiettivo di cinque medaglie di bronzo grazie a Odette Giuffrida (48 Kg), Fabio Basile (60 Kg), Valentina Giorgis (63 Kg), Andrea Regis (73 Kg) e Massimiliano Carollo (81 Kg).
Guardando all’interno del nostro Paese invece, si sono fatti notare Marta Rainero (44 Kg) e Andres Felipe Moreno(90 Kg) quest’ultimo con chiare origini brasiliane, a testimoniare anche la grande scuola del paese sudamericano che ospiterà la prossima edizione dei Giochi Olimpici dove siamo sicuri che le nostre giovani promesse, ormai diventati atleti maturi, potranno conseguire ottimi risultati.

Fonte: Olimpia Azzurra

venerdì 11 gennaio 2013

Judo Winter Camp

Lo Stage d’inverno organizzato dal M.6° Dan Corrado Croceri, è stata sicuramente un’esperienza che ha rafforzato la motivazione dei partecipanti, uno Stage che ha lasciato sicuramente il segno in chi vi ha partecipato per l’atmosfera che si è respirata vivendola. E’ stato un momento importante sia per i ragazzi che per gli adulti, sono stati tre giorni di vita comune, di Judo insieme, una grande fatica, ma anche una bella fatica.
Il Judo in quei tre giorni di vita comune, è stato il mezzo per affrontare tante cose che riguardano non solo la tecnica (Waza), ma anche le corde giuste e i sentimenti che noi tutti viviamo nella vita quotidiana, qualcosa di magico è passato.
L’istruttore Silvia Marocchi del Sakura Judo San Marino ha partecipato alla prima edizione dello Stage e si è resa conto, che per altri come per lei, il Judo non è qualcosa che si fa solo sul Tatami nel Dojo (Luogo dove si pratica) il Judo è uno strumento per apprendere come interpretare al meglio la vita secondo i principi fondamentali del Judo “Seiryoku zen’yo” (il migliore impiego dell’energia fisica e mentale) e “Jita Kyoei” (insieme per crescere e progredire).
Il Sakura significa fior di ciliegio che rappresenta la rinascita, e lo Stage d’inverno ha permesso al Sakura judo San Marino di iniziare i corsi di Judo del 2013 con una nuova grande gioia e energia vitale.


fonte www.judosanmarino.com